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Se la razionalità guidasse i nostri pensieri, il rischio di diffusione del covid sarebbe contenuto perchè, la logica, attiverebbe comportamenti responsabili e prudenti. L'uso della ratio sembra essere stato soppiantato da una modalità ansiosa di lettura e intervento sulle problematiche socio-sanitarie.

Il mondo social ha favorito la conflittualità social poiché, attorno al tema Covid, si sono costitutite fazioni opposte all'interno di una già vasta rete di gruppi che sostengono le posizioni più disparate. Interventisti contro negazionisti, filogovernativi contro complottisti, destra contro sinistra, sentimentali contro cinici, ogni fazione è fortemente succube dei likes, del bisogno di "essere visti" e del giudizio degli altri. Ogni gruppo, dietro un'etichetta che descrive la propria posizione egoica, attiva la conflittualità sociale a forza di post e commenti, non per fornire una lettura critica ma per rafforzare la propria visibilità.

La ricerca di antagonisti diventa incessante; l'uso del sarcasmo, il deridere l'altro, considerandolo un avversario, financo un nemico, rinforza il sentirsi solidi. In realtà l'Ego ubbidisce solo al suo bisogno di sentirsi forte, meglio se più forte dell'altro. Tutto questo bisogno di "forza" nasce da un profondo vissuto di impotenza relativo a ipocondria, germofobia, difficoltà di relazione, cattiva gestione della rabbia, disturbi sessuali, complessi di inferiorità.

L'aggressione agìta sui Social ha due possibili conseguenze: una piccola percentuale di queste persone si sente protetta dal proprio Ego, come se il proprio pensiero, incarnando una fazione potente, fosse magicamente in grado di proteggere i suoi sostenitori; la maggior parte delle persone, invece, mentre accusa, aggredisce, deride, non fa altro che accrescere il timore di conseguenze superstiziose per le proprie azioni. Chi vive di ipocondria e germofobia è spesso sensibile alle angosce persecutorie e così, ad ogni scarica di rabbia contro l'avversario virtuale, teme poi ripercussioni in termini punitivi.

La rabbia è un'emozione boomerang: chi la lancia ne diventa vittima nel profondo. La paura di effetti nocivi, conseguenti alla propria azione aggressiva, si trasforma in ansia pervasiva fino all'attacco di panico. E così la paura del contagio si trasforma in angoscia persecutoria e ipocondria, i Pronto soccorso si riempiono di sintomi enfatizzati, l'emergenza santaria viene aggravata.

Il conflitto sociale continua a dare forze a nuove fazioni sempre più rigide, egoiche e la comunicazione è sempre meno comunicare e sempre più ergersi su un piedistallo.

La livella rimane quella di Totò, senza ipocrisie e narcisismi.

 

dr.ssa Deborah Carta

 

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